COSENZA: PER CHI SUONA LA CAMPANELLA?

COSENZA: PER CHI SUONA LA CAMPANELLA?

Cosenza: Vista notturna della Piazza Campanella

Questa volta, chi pensava che il nostro sindaco “planetario” volesse abbassare i toni nell’inaugurare la rinata Piazza Campanella è rimasto deluso.

Niente teatro, ne fuochi d’artificio, ma la benemerita fanfara dei bersaglieri del 1° Reggimento di Cosenza ha dettato i tempi di una festa che ai più è sembrata la “Svolta Buona” per risparmiare sui costi di tante feste, già affrontati nella festa planetaria. I soliti denigratori, stupefatti per i 62.000 Euro spesi il 6 Aprile, hanno accolto compiaciuti la notizia che ai poveri bersaglieri, pur sfiatati dalla solita corsa con le trombe, non è stato elargito un euro, e che la svolta verso un risparmio sostenibile delle risorse, promessa dal sindaco, appare credibile in vista di una sua elezione a Presidente della Regione.

La piazza, lastricata con la pietra di Apricena, ricalca il colore della Bilotti, in linea con il contesto della chiesa domenicana e con il forte contrasto del verde circostante. 

Un antico detto popolare recita: ”Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace!” Fermiamoci un attimo a riflettere: questa frase, molto spesso pronunciata con deliberata leggerezza, si rivela portatrice di numerose implicazioni di non poco conto. Se infatti, perchè una cosa sia reputata bella, è sufficiente che piaccia, allora ciò significa che ogni cosa, convinzione, gesto, azione, qualsiasi esso sia, se di gradimento anche solo ad un essere umano può avvalersi del titolo di “bello”. Ma può la Bellezza essere subordinata a delle categorie come quelle umane?

Se la risposta che si darebbe è sì allora forse ciò significa che si sta lentamente perdendo la cognizione del fatto che nella realtà vi sono degli elementi non soggetti alle interpretazioni dell’uomo in quanto assolutamente oggettivi. Perchè la Bellezza, essendo un puro ideale, un valore assoluto a cui l’uomo tende ogni momento, in virtù del presupposto che è espressione di un qualcosa più elevato del suo stesso essere, non può venire ordinata tramite gli strumenti umani, dato che li trascende.

Un’opera d’arte, un edificio, un gesto, una persona sono belli a prescindere dal fatto che essi risultino piacevoli, perchè dotati di un determinato carattere che li rende tali. Ciò che permette di ascrivere qualcosa nella categoria del “bello” è l’intento con il quale quel qualcosa viene realizzato: se tale realizzazione è volta alla ricerca del trascendente, allora sì che si può legittimamente parlare di Bellezza.

La Bellezza ha dunque come sua conditio sine qua non la spiritualità: intendiamoci, la spiritualità non ha nulla a che vedere con la religiosità, ma è proprio quel carattere di cui sopra, indispensabile per definire, in maniera comunque insufficiente e parziale, i canoni della Bellezza stessa. In parole povere si vuole semplicemente affermare che tutto è ordinato in vista di un fine, di uno scopo, e solo ciò che scaturisce dalla mente e dalle azioni dell’uomo e che è indirizzato alla scoperta e conoscenza di questo fine ultimo è adatto ad essere definito bello.

Per cui, lascio a voi lettori l’ardua sentenza su questo ulteriore “sforzo di bellezza” del Nostro Amato Sindaco “Trascendente” essendo noi più edotti alla satira che alla critica di opere d’arte.

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