MISTERO A COSENZA: AL BALILLA HANNO TOLTO LE PALLE!

MISTERO A COSENZA: AL BALILLA HANNO TOLTO LE PALLE!

Fontana del Balilla oggi dopo il restauro

La fontana del Balilla, situata in Piazza Francesco Crispi, risalente all’epoca fascista costituisce un riferimento importante nella memoria collettiva dei cosentini di una certa età.

Costruita dalla ditta “Fratelli Peluso” di Lecce, fu inaugurata il 21 aprile 1934, in occasione della grande parata annuale per il natale di Roma, dall’allora podestà di Cosenza Tommaso Arnoni.

“Il monumento rientra nell’architettura ideologica del regime e segue una tipologia che ha il suo esempio più importante nella fontana dell’Esedra a Roma. Ha una struttura a forma di nave, costituita da tre vasche trapezoidali a gradoni, terminante con un’esedra e preceduta da un alto basamento che sorregge la statua dell’Atleta Balilla. L’esedra è occupata, al centro, dalla statua di un cavallo alato emergente, dalla cui bocca dovrebbe uscire un getto d’acqua. Dietro il petaso si innalza un fusto, costituito da blocchi sovrapposti restringenti verso l’alto, che sorregge il piatto di uno zampillo. Al centro di ogni vasca, infine, dovrebbe aprirsi ad ombrello il getto di uno zampillo”.

Caratteristica ed evocativa di una chiara propaganda ideologica era la recinzione originaria costituita da una sequenza di palle in pietra sovrapposte infilate in un tondo di ferro quasi ad evocare una doppia collana di perle. (vedi foto storica)

Dopo il recente restauro, la nostra redazione ha ricevuto diverse lettere di proteste che hanno evidenziato nel rifacimento della recinzione la mancanza dei succitati elementi ornativi.  (vedi foto) 

Una foto scattata di recente la mostra infatti, priva del fascio littorio, ma di più mutilata e castrata  delle sue famose palle la cui legenda secolare costituisce uno dei vanti storici della città: storia antica e storia recente fuse simbolicamente nella fontana che, tra l’altro, testimonia uno dei momenti migliori della storia urbanistica della città. 

La domanda a noi posta da un nutrito numero di nostalgici del simbolismo evocato dal vecchio monumento è stata senza peli sulla lingua: “dove sono finite le palle di Balilla?” e poi continuando “Cosenza una città senza palle” mentre alcuni più scaramantici “non possiamo più fare scongiuri senza toccare le palle” … e i più accaniti denigratori di questo infausto restauro: “non bastava la Metro ma con Balilla ci hanno rotto proprio le palle”

Resta comunque il mistero su questo restauro, che pone un serio interrogativo sulla finalità di questo intervento visto dai più come una mera castrazione ideologica di un monumento che nel bene e nel male ha sempre rappresentato un simbolo maschio del fiero popolo cosentino.

Interrogata sulla questione una rappresentante di una candidata di “Potere al popolo” ha dichiarato:

“Il capitolo sui diritti civili parte da una disamina della società, schiacciata da un sistema di potere – capitalista – e da un patriarcato. Elementi che generano non solo squilibri economici, ma anche di genere. Grande attenzione, infatti, è riservata alla questione femminile e al superamento del gender gap.  Attenzione si pone anche alla violenza di genere e alla riduzione del «dominio maschile dello spazio pubblico». La conclusione è che «la questione di genere si intreccia con la questione di classe». Una visione che sottolinea l’intreccio tra diritti civili e diritti sociali.” …e tra vetuste “palle” e lessicalmente più moderne “fake news” 

Seguirà sulla pagina Facebook di Shocknews un sondaggio sulla realizzazione del recente restauro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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