L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI UGO

di franco Perrone

La POLITICA in Italia è come una bella ragazza bruna, dagli occhi azzurri, che sogna ogni giorno di poter fare l’attrice.
Ha una venerazione per il suo corpo. Soffre di crisi dissociative, che conducono la sua testa, le mani, i piedi, la bocca, il cuore, lo stomaco, etcc.) a litigare tra loro.
Così spesso le accade che il  cervello litiga col cuore, lo stomaco con il fegato, le gambe con le mani, gli occhi con la bocca, etcc. La lite risulta a volte sempre più accesa perchè ogni parte del suo corpo pretende di imporre all’altra la sua ideologia politica, per cui la diatriba sfocia alla fine costantemente in rissa. Il cervello, infatti, reclama la sua sicura superiorità, come sede del pensiero e in più come tesserato di Forza Italia.
Con tale carta di credito non riesce a vedere pretendente alcuno, capace di superarlo. E’ chiaro che il cervello, dimostra di avere una bella faccia di bronzo nell’affermare tale superiorità perché il cuore di spiccata fede democratica di sinistra, ammiratore di D’Alema e Bindi e simpatizzante di Renzi, con in mano un ex ramoscello d’ulivo, cerca di dimostrare la bontà e l’assoluta importanza della sua funzione affermando che si può anche vivere senza cervello, quando questo non rispetta la par condicio.
Si fà largo, col pugno levato, il braccio sinistro simpatizzante sfegatato di Rifondazione Comunista, in netta contrapposizione con il braccio destro, in evidente atteggiamento di saluto romano.
Questi a loro dire rappresentano la forza dell’agire, che né il cuore né il cervello potevano evidenziare senza la loro fattiva collaborazione.
Intanto al centro, lo stomaco aveva i crampi provocati dalla rabbia per tali affermazioni di superiorità e cercava disperatamente di far capire al cervello e al cuore che senza di lui non potevano reggersi nè le idee e nè l’emozioni; reclamava quindi la sua centralità come condizione indispensabile per la sopravvivenza della democrazia.
Facile arguire che lo stomaco facesse le fusa a quel mattacchione di Berlusconi, solleticato anche dall’ombelico, schieratosi apertamente con la Lega e dal fegato, iscritto nelle liste dei Cristiano Democratici.
Infatti, anche il fegato, con l’aiuto della bile , creava “Casini” e disordini alla digestione agitata di Berlusconi provocando sonnolenza al cervello e grosse palpitazioni al cuore.
Il pube, fino ad allora stranamente in silenzio, si fece avanti con un cartello appeso al collo dell’utero reclamando, a gran voce, la necessità di un liberismo democratico, nei costumi e negli atteggiamenti, minacciando una sequela di referendum e lo sciopero della fame e della sete se non si fosse concretamente riconosciuta la sua funzione vitale, nel quadro democratico corporeo.
Inutile precisare l’appartenenza del pube alla lista dei radicali di Pannella, non a caso, accusato dal cuore di essersi prostituito con la destra, dopo anni di convivenza a sinistra.
In tutto questo frastuono di voci, d’improperi, di accuse reciproche, con una piccola scorreggia, UGO da sempre simpatizzante del Movimento Cinque Stelle, reclamava con timidezza un suo intervento nel dibattito. Un silenzio imbarazzante si avvertì nell’aria, dopo quel greve suono inibitore.
“Sentite amici” esclamò “io sono il più umile servitore di tutti voi, tanto umile da lavorare indefessamente, senza un tangibile guadagno. Sono la parte proletaria del corpo e le mie proteste vanno quasi sempre a finire in un cesso. Finora non ho alzato la voce per il  rispetto che vi porto, ma, consentitemi di farvi notare che, dopo i vostri discorsi di grandezza, ho preso coscienza della mia importanza e della mia funzione sociale.
Pertanto vi annuncio che, se non la finite di litigare, smetterò di defecare sino a quando non mi verrà riconosciuta, oltre alla par condicio, anche la suprema  importanza della mia funzione corporale. Il cervello, il cuore lo stomaco, braccia e gambe, ma in maggior misura, la bocca (nota esponente leghista) scoppiarono in un mare di risate.
“Ma tu guarda se noi, massimi e supremi organi del corpo, dobbiamo scendere a compromessi con te, piccolo orifizio millantatore”, esclamarono.
Fu così che Ugo, umiliato, entrò in sciopero permanente e solo dopo pochi giorni il cervello, per primo, capì l’importanza di tale gesto. Il cuore stentava a spargere sentimenti mentre lo stomaco e la pancia (ex democristiani) subivano gli effetti più devastanti.
Le braccia abbassarono i loro simboli verso terra, mentre l’ombelico si contorceva in una smorfia di dolore.
Nel vedere il fegato intossicato, il cervello, ormai vinto, diede ordine alla bocca di trattare la resa.
Una resa incondizionata, senza nemmeno l’onore delle armi.
Fu così che tali pretese annegarono nella melma delle loro ambizioni e il buco operaio ebbe il riconoscimento di paladino della solidarietà. Così è oggi la realtà della politica: un corpo dissociato e litigioso, che rischia veramente di farsi annientare dallo sciopero dell’indifferenza.
Cari mestieranti della politica, continuando su questa strada,  qualcuno, si spera, (vedi elezioni regionali Siciliane) alle prossime elezioni politiche  sospenderà la partita per impraticabiltà del campo.



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