Editoriale

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COME “SOMARI” SPAZIENTITI

di Enzo Pianelli

Allorquando è nato pionieristicamente questo dignitoso strumento informativo, già sapevamo che sarebbe vissuto unicamente di volontariato, di stenti e dei lampi di generosità di un piccolo editore di provincia che, forte di un’esperienza complessa di vita professionale, in un’altra dimensione geografica d’Italia, lo fa resistere e sopravvivere. Perché? Si auspica che qualcuno dia un segno tangibile di solidarietà. E ci illudiamo, perché siamo una voce “contro”.

“Contro” i regimi, “contro” gli schieramenti, “contro” i sistemi bloccati, “contro” tutto quanto è monopolio, “contro” le ipocrisie, i conformismi e le incrostazioni. Siamo contro tutto…perfino contro noi stessi…s’è il caso. Siamo di sicuro la spia di un malessere sempre più incalzante e devastante. Siamo la cartina di tornasole di una realtà che non promette niente di buono.

Per nessuno. Quando i somari sono eccessivamente bardati di “pesi” e se per giunta si “frustano”, succede che fanno tutto il possibile e l’impossibile per liberarsi del fastidioso e opprimente fardello, ragliando nervosi e tirando calci, confusamente  ripetutamente…Siamo stanchi come cittadini di sopportare le abili e sottili alchimie di un sistema politico che, in Italia, sa solo indicare la strada greca o preconizzare la soluzione finale. Scrivevamo, ieri, che come alternativa c’è solo lo sfascio di questo paese.

Non lo diciamo e confermiamo perché siamo tristi o caratterialmente predisposti ad esaltare il male…Tutt’altro! Restiamo schierati contro le sopraffazioni e “contro” una cultura pseudo-riformatrice che ha appena sancito una timida svolta nelle sigle delle “nuove” formazioni politiche” e non certo nella sostanza dei molteplici e seri problemi che ci assillano e ci tormentano ogni giorno di più.

Al nostro paese serve moralità, governabilità, stabilità politica, rinnovamento delle istituzioni, risanamento del debito pubblico, lavoro per i giovani, ripresa economica e tante altre cose ancora…Il sistema politico, o meglio l’andazzo della realtà italiana, metterebbe a dura prova, di analisi e di sintesi, anche Niccolò Macchiavelli, il quale erede di una ricca tradizione umanistica non potrebbe che rimettere al centro delle attenzioni e dei progetti, l’uomo.

Tra un Berlusconi, un Renzi, o un Salvini, il Macchiavelli riscriverebbe la famosa e inossidabile metafora della “Virtù in lotta con la Fortuna” – Cap. XXV del Principe. Analizzerebbe l’impasse italiana al solito modo suo di pensare dell’uomo. “Dell’uomo non buono ma cattivo, ovvero egoista, ovvero tanto premuto dai suoi bisogni essenziali da rischiare sempre di prevaricare sugli altri. Vi è una componente ferina, di bestia, nell’uomo, che va analizzata senza false illusioni” E’ proprio difficile, commentiamo sommessamente e modestamente noi, individuare il governante dal volto angelico, tra i protagonisti ed i comprimari di questa II^ Repubblica. Solo per questo abbiamo deciso di contrastare il tutto con la forza , ormai inarrestabile, del nostro movimento.

 

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