TRA VENETI CHE MANGIAVAN GATTI E CINESI CHE MANGIAN TOPI PER ZAIA “DISTINGUERSI E’ UN’ESIGENZA NATURALE””

TRA VENETI CHE MANGIAVAN GATTI E CINESI CHE MANGIAN TOPI PER ZAIA “DISTINGUERSI E’ UN’ESIGENZA NATURALE””

Coronavirus, Zaia choc sui cinesi: «Li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi»

“L’igiene che ha il nostro popolo, i veneti e i cittadini italiani, e la nostra formazione culturale ci portano a farci la doccia, lavarci spesso le mani e stare attenti alla pulizia e all’alimentazione. E’ un fatto culturale. La Cina ha pagato a caro prezzo quest’aspetto. In fondo li abbiamo visti tutti mangiare topi vivi e altre robe del genere». Sono queste le frasi pronunciate dal Governatore del Veneto, Luca Zaia, in diretta ad Antenna Tre durante un aggiornameto sull’emergenza Coronavirus in Veneto. Parole pesanti che stanno facendo il giro dell’Italia suscitando violente reazioni e polemiche per i toni usati dal Governatore nel generalizzare usi e costumi del popolo cinese. Uno scivolone che rischia di causare non pochi problemi a Zaia. Nell’intervista il Governatore stava parlando dell’epidemia di Coronavirus che, in Veneto, ha portato fin qui a 116 contagi accertati tra cui 28 persone ricoverate. La differenza tra veneti e cinesi descritta da Zaia ha suscitato in queste ore una vera e propria tempesta mediatica sui social. 

Le leggende legate alle tradizioni popolari raccontano di una popolarissima filastrocca che ha segnato per sempre la nomea dei vicentini  nel mondo; “venexiani gran signori, padovani gran dotori, visentini magna gati, veronesi tuti mati, trevisani pan e tripe, rovigoti baco e pipe. E belun?Ti belun, non ti vol nesun”.

“Ma perchè i vicentini sono considerati “magnagati”?  L’origine è incerta e viene fatta risalire al 1698 quando una pestilenza aveva colpito la città. Per debellare l’invasione dei  topi Venezia intervenne inviando un esercito di gatti, liberando così la città. La leggenda vuole che qualche cuoco approfittò della presenza dei felini per arricchire il proprio ricettario, anche perchè con la peste andava a braccetto la carestia. “ Per i buongustai come Zaia che non mangia i topi proponiamo questa famosa ricetta:

Gatto alla Vicentina o Gato ala Visentina

El gato
Antichissima ricetta , in uso soprattutto per la  cronica miseria e fame delle classi più povere.  È un piatto che si mangiava non solo nel vicentino, ma anche nel veronese e in buona parte del Veneto. Negli anni settanta ebbi modo di sentire personalmente, da un ex sindaco di San Giovanni Lupatoto: “da giovane gh’era una fame da lupi, che ho magna tanti di quei gati da guersere una macchina”.
Per la nostra morale e con la pancia piena tale ricetta non è più accettata; e viene riproposta solo come aneddoto, almeno cosi spero.
Devo dire che dopo l’introduzione dell’euro, la popolazione dei gatti randagi nella zona di Verona dove abito, è notevolmente diminuita, me lo hanno   confermato,  alcuni titolari di  generi alimentari,  e naturalmente  le gattare. Non vorrei che questa ricetta dopo le dichiarazioni di Zaia, per distinguersi dai cinesi, stesse ritornando in auge.

 

 

 

 

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