LA CRISI IDRICA A S. PIETRO IN GUARANO: CHI NON RISICA NON “ROSICAL”
di Annibale & Asdrubale Quattromani
La crisi idrica sta mettendo in ginocchio la comunità di S. Pietro in Guarano ormai da giorni costretta a rimanere senz’acqua per lunghi periodi della giornata. Maggioranza ed opposizione da tempo sono costrette a combattersi entrambe lanciando, per mancanza d’acqua, solo grandi secchiate di polemiche. Polemiche infuocate che oltre agli incendi stanno devastando di arsura anche le gole più profonde della intellighentia Sanpietrese. Nella situazione attuale, gettare acqua sul fuoco per spegnerle è un eufemismo che va oltre i limiti della concretezza, per cui per placare la sete di potere rimangono due alternative:
Una bevuta rinfrescante nella fontanella ancora funzionante di Redipiano o una bottiglietta locale di acqua minerale distribuita nel locale di “Francesco “U BAR” con tanto di manifesto pubblicitario:
LISCIA, GASATA O TERRATELLE
L’opposizione da più giorni, con incessanti post su Facebook, incalza il sindaco affermando che la mancata pressione nel serbatoio comunale è dovuta ad inadempienze dell’Amministrazione che non preme sulla “SO.RI.CAL. per ottenere maggiori efflussi d’acqua, sembra ad oggi limitati ad un misero 5%, con un incessante ritornello: CHI NON RISICA NON “ROSICAL”
Il sindaco, a sua volta, si trincera dietro un “NO COMMENT, che lascia spazio alle congetture più diverse.
Il Divino Presidente della famigerata SO.RI.CAL, come Gesù, da quando si è “incarnato” per scendere con i piedi sulla terra, incalzato anche lui da più parti alle prese con la crisi idrica, non sa più quali pesci pigliare, tra trote salmonate, anguille d’acqua dolce, tinche, carpe, persico, pesce gatto, etc. visibili a pelo d’acqua nei serbatoi semi vuoti dei comuni calabresi.
Divorato dall’atroce dilemma di salvare “pesci e cavoli” centellina con minuziosa sapienza la portata d’acqua di più in quei comuni devastati dagli incendi con la consapevolezza che, in quei luoghi, essendo bruciati i cavoli tanto vale salvare i pesci dandogli un po’ d’acqua in più. In questo bailamme sembrerebbe che a Padula, l’erogazione dell’acqua venga aumentata di qualche ora, causa pressioni del suo influente assessore, e ciò ha scatenato le ire dell’opposizione con una esplicita richiesta di dimissioni al grido: “Quello pensa solo ai cavoli suoi”. Acri e infuocate polemiche, che ormai solo una pioggia prolungata ed intensa forse riuscirà a spegnere.
Per i tanti pozzi a monte del paese, anch’essi prosciugati dal sole e dall’inadempienze, resta anche il cruccio per i cittadini Sanpietresi, in queste calde notti d’estate, di non poter toccare, volere o vedere nemmeno “la luna nel pozzo”.
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