L’ULTIMATUM CON DIFFIDA AL SINDACO DEI “CASALI DEL MANGANESE”

Basteranno carta e penna per convincere un sindaco a fare o a non fare qualcosa. Basteranno carta e penna, infatti, per scrivere una lettera di diffida, un atto formale per avvertire una persona che, se non rispetta quanto scritto sulla quella lettera, si finirà davanti all’autorità competente?

Dopo i ripetuti e inutili solleciti, fatti in consiglio comunale ed esposti con denuncia scritta con manifesti affissi a Celico dal MS5 la diffida che verrà consegnata ufficialmente al Sindaco Antonio Falcone, per la mancata bonifica della vecchia discarica di Celico ha il sapore di un “ultimatum”.

Questo, il tema principale dell’incontro pubblico promosso dal Movimento 5 stelle al quale hanno preso parte anche i comitati civici del posto. Al convegno, in diretta web, è intervenuta la parlamentare europea Laura Ferrara, nonché i consiglieri comunali Manlio Caligiuri, Mariella De Franco, Michele Smeriglio, il giurista Giuseppe D’ippolito e il deputato pentastellato Paolo Parentela, che ha chiuso i lavori. I contenuti e i termini della diffida (definita un’ulteriore rinvio di benevolenza prima di una denuncia formale alla procura per inadempienza) sono stati illustrati con sapiente chiarezza dal giurista incaricato del Movimento Giuseppe D’ippolito, ed ampiamente sottolineati con un brillante intervento denso di contenuti ecologisti dal deputato pentastellato, Paolo Parentela. Adesso la patata bollente passa nelle mani di un sindaco, che dovrà accollarsi colpe anche del suo predecessore, in quanto questa discarica come abbiamo già scritto, in un nostro precedente articolo, è stata abbandonata a se stessa, senza controlli e bonifiche, dal giorno della sua chiusura risalente al lontano 2002.

il Sindaco, Antonio Falcone, aveva sottolineato che in più occasioni e in vari interventi televisivi ha avuto modo di trattare questo argomento con diverse sottolineature che molte delle negligenze sui controlli, non erano di sicuro da addebitare al suo recente mandato, bensì a chi in tutti questi anni insonni lo aveva preceduto.

Sta di fatto che nello specifico, se qualcuno ha dormito non pigliando pesci, qualcun altro invece dei pesci si è trovato dopo il sonno una bella dose di Nikel e Manganese. La mancata pesca di pesci, comunque, appare più consona all’inquinamento del fiume Cannavino che alla lunga dormita dei sindaci di Celico. Come finirà questa storia nessuno lo sa, di certo la bonifica non può attendere ed il piano di caratterizzazione dovrà essere al più presto presentato alla regione per gli interventi del caso. Noi confidiamo nella conclamata intelligenza e sensibilità ambientale del nostro sindaco, che al pari del noto rapace da tempo si trova a cacciare prede con evidenti segni di inquinamento al nikel e al manganese.

Un noto ornitologo, infatti, che ha curato un falcone del Cannavino ferito ad un’ala, ha dichiarato che il volatile presentava segni di avvelenamento al Nikel, noto per i disturbi cognitivi che produce al cervello. Il Prof. Gustavo La Noce ha ipotizzato che la ferita sia stata provocata da una perdita di sensi del rapace nel suo volo in picchiata verso la preda , anch’essa presumibilmente inquinata dal manganese, e conclusasi a terra con una micidiale caduta. Se anche noi umani non vogliamo fare la fine di falchi, falchetti e falconi, di trote del Cannavino, di galli del Crati, e di asini della Presila, mai in via di estinzione, aiutiamo il nostro sindaco con una battaglia di civiltà a disinquinare l’ambiente e le nostre coscienze. Se il nostro appello avrà un riscontro, in attesa di diffide a non procedere, saremo tutti uniti da un solo grido: “BRAVO SINDACO!” con una stella al merito, in attesa delle prossime elezioni, staccata provvisoriamente dal simbolo del movimento.