VIADOTTO CANNAVINO, LA DURA VITA DI UN SINDACO…

VIADOTTO CANNAVINO, LA DURA VITA DI UN SINDACO…

A poco meno di un mese dall’apertura del nostro amato ponte, le criticità sulla tenuta dell’asfalto alleggerito sono apparse, con le prime piogge, sotto forma di buche diffuse su ampi tratti della carreggiata. Già noi, il giorno stesso dell’apertura, un pò in disaccordo con l’entusiasmo del nostro sindaco che per primo aveva voluto manifestare in anteprima, con un passaggio sul ponte a bordo della sua panda, la fine di tutti disagi per la chiusura prolungata, al grido di “Ci siamo”,  avevamo con  un articolo in controcorrente ( 800.000 euro di sconfort)  manifestato le nostre perplessità sulla reale realizzazione a regola d’arte del manto bituminoso.  Precisiamo che questa non è una critica al suo euforico entusiasmo, anzi, l’abbiamo benevolmente considerato uno sfogo giustificato di soddisfazione dopo il lungo disagio subito provocato dai ritardi ingiustificati e dagli allarmismi dei comunicati stampa del famigerato COV sullo stato dei cavi ossidati del manufatto precompresso. Ma i nodi vengono sempre al pettine, e dopo un mese, quello che avevamo previsto oggi si è manifestato in tutta la sua sconfortante realtà. L’asfalto spalmato sulla carreggiata presentava il giorno stesso dell’apertura vistosi micro dossi e ampie zone di scarsa aggregazione della miscela bituminosa con il pietrisco di supporto. Dopo pochi giorni, infatti,  il pietrisco non aggregato tambureggiava col solito tintinnio sotto il fondo delle auto; e le piogge hanno fatto il resto, come era ampiamente prevedibile. L’ANAS viaggia a vista, già da questa estate, nelle nebbie di un progetto che nei fatti sembra farcito più di ipotesi sperimentali in corso d’opera, che di reali conclusioni progettuali di solito stimate per legge con la dicitura…. “dare l’opera finita a regola d’arte”. Un cantiere sperimentale, già con gravi indizi dopo il crollo, proseguito con indagini infinite, rattoppi sismici, carotaggi, asfalti sperimentali, cavi da deossidare, giunti ancora da sostituire e adeguamenti sismici da completare. Più che un ponte, una torre di Babele, dove tutti, Anas, COV, Ditta Appaltatrice, Cittadini, Giornali,  TV, e anche Noi, abbiamo scritto e detto di più. La verità però è sotto gli occhi di tutti: tante chiacchiere e molte buche. Ma la colpa, come al solito, non è di nessuno ed in estrema ratio i responsabili, alla fine della giostra,  potranno sempre affidarsi alla “clemenza della corte”.



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