TAVECCHIO E GLI “SCIACALLI” DELLA POLITICA ITALIANA

Alla domanda “Se le chiedessero di ricandidarsi?” Tavecchio risponde: 

“Manzoni aveva una filosofia precisa, la provvida sventura e cioè che in ogni sventura c’è una parte di provvidenza che se viene interpretata e sfruttata, non si sa mai… Se la provvida sventura mi farà capire qualcosa, non la respingerò…”. Il problema, caro Taveccchio, la causa del tuo mal non è stata la “provvida sventura” ma “l’improvvido Ventura”  che fino all’ultimo hai sperato, Ahimè! ti portasse ai mondiali.

C’è silenzio e pace sulle macerie della nazionale negli uffici della Federcalcio, quando Tav resosi conto di non avere più l’appoggio dei dilettanti ( Assocalciatori (4 membri) e LegaPro (3 membri) ormai pressati anche loro dall’alto decidono di schierarsi con l’opposizione.

Si è trattato di un tradimento politico ha dichiarato: “Hanno fatto pressioni inimmaginabili sulla mia vecchia Lega” riferendosi non solo a Malagò ma soprattutto al ministro dello sport Luca Lotti, noto fedelissimo di Renzi. Un Tav che voleva essere ricordato per le tante cose buone fatte (VAR, Occhio di Falco, 4 squadre in Champions, l’Italia protagonista in ambito Fifa e Uefa ed altre riforme) è stato liquidato in sessanta secondi. Tavecchio ha poi parlato di “Sciacallaggio politico”. Un vero golpe stavolta, non dei militari ma di qualche “sciacallo”, a suo dire, della politica nostrana. 

Renaud Camus, teorico dell’ovvia Grande Sostituzione, bussa alle nostre coscienze. In un’intervista rilasciata a ilTempo.it, il 21 aprile 2016, ha dichiarato: “Il sostituzionismo è il mondo del falso, del doppio, dell’ersatz”. Io chiamo questo mondo il ‘fauxel’, il reale ribaltato, il reale falso. 

Come al solito il vecchio problema della “LOTTI” politica

Infatti ciò che è valso per Tavecchio, non vale quasi mai per i politici nostrani, (solleciti a chiederle sempre per gli altri e mai per se stessi). Infatti, dimissioni qualche volta annunciate, altre volte mai date,  si sà, se si danno o vengono rigettate o durano, come quelle di Renzi, al massimo lo spazio di un mattino. Un caso di giurisprudenza.

Il primo Tavecchio, per responsabilità indiretta, viene fatto fuori dalla politica. Il secondo Renzi, per responsabilità diretta, prima si dimette e poi viene eletto segretario del PD e per statuto candidato premier. Il vecchio Scalfari, nemico giurato di Berlusconi, oggi lo preferisce a Di Maio (incensurato) seguito a ruota a Tagadà dalla giornalista dell’Unità.  Gli amici della repubblica, ogni volta che c’è odore di sconfitta, come i “sinistri” del PD, s’inventano il nemico di turno:  Di Maio, la Raggi, l’Appendino,  e i cinque stelle… Al Pilato, conduttore del “Di Martedì” sulla 7 che lo sollecitava a scegliere  tra Di Maio e Berlusconi, l’ex figlio della lupa e oggi del popolo, Scalfari ha sentenziato:  Berlusconi! Il Barabba, di turno,  di qualche annetto fà….