DEPURATORE DI RENDE: ALLA VOLPE HANNO BRUCIATO LA CODA

DEPURATORE DI RENDE: ALLA VOLPE HANNO BRUCIATO LA CODA

Località Coda di Volpe, a Rende, sede del fantomatico depuratore, deriva da una favola di Esopo che narra di una volpe cui una tagliola mozzò la coda. La bestiola si vergognava, così deturpata nella sua eleganza, e gli altri animali, suoi amici, decisero di farle una coda di paglia. La coda era così bella che, chi non sapeva della disgrazia, non avrebbe mai potuto sospettare fosse finta.

Ma un giorno un gallo si lasciò scappare il segreto e la notizia della volpe con la coda di paglia arrivò fino all’orecchio dei contadini. Conoscendo il punto debole della volpe, questi accesero dei fuochi vicino ai pollai, perché non potesse più rubare i loro polli. La volpe sapeva che la paglia prende fuoco facilmente, e per paura di bruciarsi non si avvicinò più ai pollai.

Oggi quei pollai non ci sono più, e con il depuratore che inquinava sono scappate pure le volpi, ma son rimasti solo dei volponi (si fa per dire) con la coda di paglia.

Disgraziatamente, questi volponi responsabili dell’impianto, forse immemori di questa favola,  hanno pensato bene che per evitare  i controlli gli bastasse una coda di paglia bagnata con la poca acqua che depuravano. 

Questa volta però la storia ha preso una piega diversa, e quando qualche gallo cantando si è lasciato sfuggire il segreto che a “coda di volpe” da tempo, in quei luoghi dei volponi circolavano con una di paglia, le guardie forestali, hanno pensato bene, invece di accendere dei fuochi per farli scappare, di piazzare delle telecamere vicino agli scarichi, per verificare se qualcuno azionava il pulsante di sollevamento della paratia di sicurezza, per limitare il ciclo della depurazione.  I “Volponi” però, non appena fiutavano la presenza dei controlli, ordinavano agli addetti di chiudere la paratia di quei pochi centimetri (20) che invece servivano a sversare nel Crati migliaia di metri cubi di acque reflue, in barba alla legge, per evidenti interessi pecuniari.

Come dice un proverbio toscano: “Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco”.

Memori di questo evidente difetto, pensando di farla franca, non hanno pensato che di questi tempi bastava la messa a fuoco di una telecamera ad incendiargli la coda. Un consiglio al commissario, chiamato a sostituire gli inquinatori. A futura memoria, chiedere al Sindaco di Rende di cambiare il nome della località “Coda di volpe” con quello più consono, alla luce di quanto successo, con “Coda di paglia bruciata”.



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